venerdì 19 dicembre 2014

Cupe sensazioni



un giorno qualsiasi, e per un caso passo in un ospedale, non per visita personale che genera molte ansie e non ci fa guardare altri che stanno male, ma accompagno una persona per un controllo e l'animo è predisposto a osservare e comprendere. Miriadi di figure, in code varie presso tanti specialisti, non ne sai il nome, ne il passato, ma sai fin troppo bene che in quel luogo non si va in gita di piacere. Qualcuno sorride, altri fissano il vuoto, c'è chi racconta al fianco i mille problemi familiari. Cammino un pò fra gli ambulatori e capito davanti ad uno di essi dove è scritta una parola che a leggerla sembra una sentenza : oncologia.
Un brivido nella schiena e tanti ricordi nemmeno poi vecchi con due familiari, e qualcosa mi fa fermare, la voglia di mescolarmi fra quella gente che vive la paura e il dolore, a tratti provo la sensazione di immergermi in un mare gelido dove solo onde aliene mi sanno sfiorare. Sto li un pò tra quella gente, muta e assorta, e li vorrei tutti abbracciare.
Esco, dopo un pò, fuori c'è il sole e l'aria tiepida che carezza la pelle, così estranea a questo 19 dicembre, o forse sono io lo straniero, perchè qualcosa di me è rimasto là, nell'ombra, fra incerte figure in cerca di speranza.
 


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